Trasformazione del contratto a termine per mancato DVR e risarcimento per lavoro supplementare: sentenza della sezione lavoro del Tribunale Catania n. 5518/2024

Se impresa e lavoratore stipulano un contratto a tempo determinato, l’assenza del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) può avere conseguenze molto serie. In alcuni casi, come ha stabilito recentemente il Tribunale di Catania con la sentenza n. 5518/2024, la mancanza del DVR può portare alla trasformazione del contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato. Inoltre, è possibile ottenere anche il risarcimento per lavoro supplementare non retribuito.

1) Cos’è il DVR e la sua importanza
Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) è un documento obbligatorio previsto dal D.lgs. 81/2008 per garantire la sicurezza dei lavoratori. Il documento serve in pratica a documentare che l’azienda ha valutato tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori, ed ha individuato strumenti e regolamenti per prevenire rischi alla salute (anche stress) e proteggere i lavoratori (art. 2 lett. q d.lvo n. 81/2008). L’assenza o irregolarità di questo documento è considerata una grave violazione e può comportare sanzioni amministrative, penali, ma può anche incidere sulla validità dei contratti di lavoro, soprattutto quelli a termine, in cui i lavoratori sono più vulnerabili.Se impresa e lavoratore stipulano un contratto a tempo determinato, l’assenza del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) può avere conseguenze molto serie. In alcuni casi, come ha stabilito recentemente il Tribunale di Catania con la sentenza n. 5518/2024, la mancanza del DVR può portare alla trasformazione del contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato. Inoltre, è possibile ottenere anche il risarcimento per lavoro supplementare non retribuito.

2) Mancata prova del DVR e Conversione del Contratto a Tempo Indeterminato
Nella causa trattata, il lavoratore – assistito dal nostro studio – aveva un contratto a tempo determinato. In giudizio il datore di lavoro non ha dimostrato di aver predisposto il DVR. Il Tribunale ha accertato la violazione dell’art. 20, comma 1, lett. d) del D.lgs. n. 81/2015, dichiarando la nullità della clausola appositiva del termine e trasformando il rapporto in uno a tempo indeterminato.
Come già evidenziato in un altro articolo del blog, il datore di lavoro è infatti tenuto a dimostrare sia l’esistenza del DVR, sia la sua validità.
La sentenza del Tribunale di Catania conferma l’importanza della normativa sulla sicurezza anche in assenza di infortuni: la mancata redazione del DVR è incompatibile con l’utilizzo del contratto a termine.

3) Lavoro supplementare e diritto al risarcimento
Il lavoratore ha anche ottenuto il riconoscimento di differenze retributive. Dal contratto individuale risultava un impegno settimanale di 20 ore, ma è stato dimostrato che ne svolgeva 25. Il Tribunale ha così riconosciuto il diritto al risarcimento per lavoro supplementare non retribuito, applicando le maggiorazioni previste dal contratto collettivo.

4) Cos’è il lavoro supplementare.
Il lavoro supplementare è previsto dal D.lvo n. 81/2015 (art. 6) per descrivere le ore di lavoro effettuate dal lavoratore part-time oltre l’orario previsto dal contratto individuale.
Il lavoro supplementare segue una disciplina leggermente diversa dal lavoro straordinario, perché in genere non può eccedere il 25% delle ore di lavoro previste dal contratto individuale, tranne eccezioni del contratto collettivo. A differenza del lavoro straordinario per i lavoratori full-time, il lavoratore part-time può più facilmente rifiutarsi di espletare lavoro supplementare, perché – ad esempio – svolge un altro lavoro, deve frequentare corsi di formazione od anche per sue esigenze di salute o familiari. Il contratto part-time, infatti, è pensato per consentire al lavoratore di svolgere due diversi lavori nell’arco delle 40 ore lavorative settimanali.

5) Principi che la Sentenza consolida
L’importanza della normativa sulla sicurezza sul lavoro è decisiva anche in assenza di infortuni: La mancata redazione del DVR è incompatibile con il contratto a termine. Questo perché i lavoratori a tempo determinato hanno meno confidenza con le strutture aziendali e quindi sono più esposti ai rischi che la normativa sulla sicurezza tende a limitare. Questa è una delle norme che implicano conseguenze per i datori di lavoro, anche senza che si siano verificati infortuni. In mancanza del DVR, quindi, un contratto di lavoro a tempo determinato si trasforma in uno a tempo indeterminato.
Prova concreta delle differenze retributive: Il ricorrente, in realtà, ha sostenuto di aver svolto molte più ore in più rispetto alle 20 previste dal contratto, mentre, secondo la tesi del datore di lavoro, il lavoratore aveva lavorato nel limite di 20 ore settimanali. Dall’istruttoria è emerso che il dipendente aveva lavorato in più rispetto al dovuto, ma per 5 ore settimanali. Questo dimostra come spesso, in un processo, per quanto ognuno presenti la propria versione, è dall’istruttoria che emergono i dati decisivi.

6) Conclusioni
La sentenza n. 5518/2024 è un importante precedente a tutela dei lavoratori. Essa ribadisce che la sicurezza sul lavoro non è solo un principio formale, ma un obbligo sostanziale che incide anche sulla validità dei contratti.
Per il datore di lavoro, in caso di contenziosi, soprattutto sui contratti a termine, è importante dimostrare la corretta redazione del DVR. Per il lavoratore è importante conoscere questo documento e richiederne copia.
Inoltre assume particolare rilievo verificare la correttezza dell’orario concordato, soprattutto in caso di part-time, dato che il lavoratore assunto a tempo parziale ha sempre diritto a svolgere un altro lavoro nel tempo residuo.

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